
L'Opéra Grand Avignon presenta il capolavoro di Giacomo Puccini, che morì prima di poterlo completare. Interruppe la scrittura alla morte di Liù. L'opera viene qui presentata come il compositore l'aveva lasciata: senza finale.
Nessuno dorme. Nella notte soffocante di un impero congelato nella paura, Turandot, Principessa del Gelo, regna su un popolo schiavizzato, offrendo l'illusione di una scelta: rispondere alle sue domande o morire. Ma un uomo osa sfidare il divieto. In questo mondo gelido, egli crede nel calore di un bacio, in un amore più forte del destino.
Il sipario si alza su uno spettacolo grandioso, una visione abbagliante che ingrandisce i corpi e i gesti. La barbarie si adorna di fasto, la crudeltà si veste di fascino: questa è l'ambiguità di Turandot, dove Puccini ha dato alla violenza colori scintillanti e al terrore voli di infinita delicatezza. Perché sotto le lame, sotto la paura, l'arte si insinua e resiste.
Questa fu davvero l'ultima opera, l'ultima spavalderia di un uomo consumato dalla malattia in un mondo ancora scosso dalla guerra. Con Turandot, il compositore cercava una via d'uscita, un mito più grande della storia, un sublime che resiste mentre tutto il resto vacilla.
Così la musica insiste. Monumentale e inebriante, entusiasma le masse e permette all'intimo di emergere, illuminando le ombre con un fuoco ardente e facendo barcollare la notte fino all'alba. Un'opera di furia e mistero, dove il canto si erge contro il destino, dove la bellezza si strappa all'oscurità solo per trionfare.
Cantata in italiano con sottotitoli in francese.
Il sipario si alza su uno spettacolo grandioso, una visione abbagliante che ingrandisce i corpi e i gesti. La barbarie si adorna di fasto, la crudeltà si veste di fascino: questa è l'ambiguità di Turandot, dove Puccini ha dato alla violenza colori scintillanti e al terrore voli di infinita delicatezza. Perché sotto le lame, sotto la paura, l'arte si insinua e resiste.
Questa fu davvero l'ultima opera, l'ultima spavalderia di un uomo consumato dalla malattia in un mondo ancora scosso dalla guerra. Con Turandot, il compositore cercava una via d'uscita, un mito più grande della storia, un sublime che resiste mentre tutto il resto vacilla.
Così la musica insiste. Monumentale e inebriante, entusiasma le masse e permette all'intimo di emergere, illuminando le ombre con un fuoco ardente e facendo barcollare la notte fino all'alba. Un'opera di furia e mistero, dove il canto si erge contro il destino, dove la bellezza si strappa all'oscurità solo per trionfare.
Cantata in italiano con sottotitoli in francese.
Orari
Orari
Il 15 maggio 2026
- 20:00
Il 17 maggio 2026
- 15:00
Il 19 maggio 2026
- 20:00